20 videoclip del 2018


I miei 20 videoclip preferiti dell’anno: dalla discussa performance di Childish Gambino alla rivelazione spagnola Rosalía, passando per la coppia da museo dei Carters e tanti altri artisti e registi più o meno conosciuti, che fondono musica e immagini in movimento, tra performance, politica, ricordi, installazioni, memoria, folklore e l’immancabile amore.

Childish Gambino| THIS IS AMERICA | dir. Hiro Murai

Il video più discusso dell’anno, dove la vena comedy di Childish Gambino convive con un potente taglio satirico sulla discriminazione e la violenza che si esercita quotidianamente sulle comunità nere negli Stati Uniti ed è al contempo una riflessione sul mondo dell’intrattenimento, con un registro alternante, tra un canale di gaudiosa celebrazione dei canoni della cultura black e uno di flow violento, tra sgomento e indifferenza di cui siamo tutti testimoni, all’insegna del «We just wanna party».

Leon Vynehall | MOVEMENTS (CHAPTER III) | dir. Young Replicant

NOTHING IS STILL del produttore inglese Leon Vynehall è un album di ricordi evocativo, che ripercorre la storia dei nonni immigrati negli States negli anni ‘60. I videoclip di Young Replicant ne offrono uno splendido racconto per immagini, soprattutto in MOVEMENTS, che raccoglie le sonorità della traccia, in un videoclip che sembra farsi jazz.

James Blake | IF THE CAR BESIDE YOU MOVES AHEAD | dir. Alexander Brown

Esperienza visiva di elevata aderenza tra musica e immagini, tra il ritmo dello spettro elettromagnetico, la melanconica essenza soul di James Blake e la sua ritrovata vena più sperimentale, tra le luci fuori e quelle che si riflettono sulla carrozzeria della sua Corvette nera, che si sfaldano sul finale in catodiche forme d’onda.

Rosalia | MALAMENTE (Cap. 1 Augurio) | dir. CANADA

Tra i miei dischi preferiti dell’anno, EL MAL QUERER parla del malammore senza tempo, che nelle mani del collettivo CANADA viene impastato, come succede anche in PIENSO EN TU MIRÁ, tra folklore e urban, toreri, bikers e un nazarenos in skate, perfetta rappresentazione per immagini del mondo di Rosalia che ha conquistato tutti.

Young Fathers | HOLY GHOST | dir. Oscar Hudson

Regista tra i migliori in circolazione, con HOLY GHOST ci propone un efficace e originale uso di una termocamera militare di sorveglianza per un concept politico tra autodeterminazione, militarizzazione, un pizzico di irriverenza e blasfemia. Un plauso va anche al suo video di OTTOLENGHI dove trionfa tutto il suo amore per la dimensione analogica, in memoria di Michel Gondry.

The Weeknd | CALL OUT MY NAME | dir. Grant Singer

Nei suoi video ricorrono spesso tinte oscure, misterico, architettura brutalista e l’alieno in un amore per la fantascienza primigenia da Odissea nello spazio. Qui non facciamo eccezione: tra strade, pipistrelli e cronofotografia: premessa al cinema e al dramma ambientato in un paesaggio di diorami, dove tra le temibili creature domina il fantasma dell’ex amata.

Oren Lavie | SECOND HAND LOVERS | dir. Oren Lavie

Oren Lavie ripercorre i fasti del suo HER MORNING ELEGANCE con SECOND HAND LOVERS, da lui scritto e diretto. Fondato sull’assenza della propria amata nel quotidiano, grazie alle coreografie di gruppo di Maya Brinner che vanno a moltiplicarne l’immagine, i gesti e i sentimenti, rafforzando il senso di mancanza, in un risultato poetico e melanconico.

Yesh | VII | dir. rubberband

Coppia di registi che mi è piaciuta molto quest’anno, a partire da FOUND per Toulouse, ma soprattutto con VII della cantautrice tibetana Yesh: tra elaborazione del lutto ed esplorazione della memoria in un videoclip presentato anche come installazione, con milioni di versioni disponibili, dove ad ogni refresh cambia, come succede ai nostri ricordi, l’ordine delle scene.

LCD Soundsytem | OH BABY | dir. Rian Johnson

Diretto dal regista di film come “Looper” e “Star Wars: Gli ultimi Jedi” e impreziosito da due interpreti d’eccezione come Sissy Spacek e David Strathairn, OH BABY è il videoclip più straziante del 2018, del resto come il sogno d’amore cantato da James Murphy. Senza aggiungere altro, vi lascio a questa coppia di scienziati e al loro amore unito dalla ricerca…

The Carters | APES**T | dir. Ricky Saiz

Girato al Louvre, è una riflessione sulle comunità nere e la loro rappresentazione nel campo dell’arte, ma soprattutto, e veramente, una celebrazione patinata ed egotica della coppia ritrovata, che manda tutti in giubilo davanti allo schermo e sotto al palco, sì, in APESHIT, termine dalla duplice valenza, in un possibile rimando ad un insulto razzista.


Ariana Grande | GOD IS A WOMAN | dir. Dave Meyers

A.CHAL feat. A$AP Nast | CUANTO | dir. Dexter Navy

Belle Game | LOW | Kevan Funk

Calibro 35 | SUPERSTUDIO | dir. John Snellinberg

Cesare Basile | CIRASA DI JINNARU | Giovanni Tomaselli

Drake | GOD’S PLAN | NICE FOR WHAT | Karena Evans

Florence + The Machine | HUNGER | dir. A.G. Rojas

Janelle Monaè | MAKE ME FEEL | dir. Alan Ferguson

Novo Amor | BIRTHPLACE | dir. Sil van der Woerd & Jorik Dozy

Sevdaliza | SHAHMARAN | dir. Emmanuel Adjei