1. Francis Harris – Minutes of Sleep [Scissor and Thread]
Ci sono dischi da portare a letto, in grado di scuotere anima e corpo. Francis Harris sposta la dimensione house verso nuove profondità, dove l’aggettivo “deep” è proprio necessario, in tutte le sue accezioni. “Minutes of Sleep” è un medium terapeutico e salvifico. “You Can Always Leave“. A letto, in cuffia.
2. FKA Twigs – LP1 [Young Turks]
FKA twigs risponde alla richiesta di sonorità nuove. “LP1” è frutto delle penne migliori del momento e un produttore come Arca con le sue porte spalancate per il pop che verrà. La regina del trono R&B del 2014: “Two Weeks” (Dir. NABIL). La copertina è di Jesse Kanda. Davanti al laptop.
3. The War on Drugs – Lost in the Dream [Secretly Canadian]
Le grandi distese dell’Heartland Rock prendono vita in 10 momenti da instant classic. Adam Granduciel e compagni danno alle stampe il disco americano dell’anno. Il chiaro di Luna con “An Ocean in Between the Waves“. In viaggio.
4. The Heartbreaks – We May Yet Stand a Chance [Banquet]
Le sonorità del gruppo di Morecambe sono quanto di più fuori moda si possa proporre oggi. Peccato, perché il loro secondo disco è raro esempio di raffinata scrittura – la bara memore di Django è pronta. Il meraviglioso incontro al bar con “Robert Jordan“. Così fuori moda da vestire su tutto.
5. The Horrors – Luminous [XL]
Il quarto disco del gruppo inglese espande la tela di possibilità, la scrittura diventa più grande e spaziosa, come il primo singolo “I See You” e le spinte disco di “In and Out of Sight“. Cerca le chitarre. Notturno luminoso.
6. Azealia Banks – Broke With Expansive Taste [Self-Released]
A tre anni di distanza da “212” ecco il tanto atteso debutto di Azealia Banks. In “Broke With Expansive Taste” la giovane rapper tiene al guinzaglio tutti i produttori per la sua squisita ricetta hip house. Caffeina o figa l’aperitivo.
7. Eiko ishibashi – Car and Freezer [Drag City]
“J-Pop, if the J stands for Jazz” ed è tutto vero. Eiko Ishibashi, in compagnia di Jim O’Rourke, muove l’universo cantautorale verso lidi jazz o in altri tempi detti post-rock – “時を告げて“. A cena con pochi intimi.
8. Objekt – Flatland [PAN]
Il talento della techno di stanza a Berlino. Il debutto di Hertz è il congegno elettronico dell’anno: profondamente strutturato, stimolante, alieno, batterico e contagioso. “Under the Skin”. “Dogma” e droga.
9. Andy Stott – Faith in Strangers [Modern Love]
Dopo gli sferraglianti vagoni dub techno di “Luxury Problems“, Andy Stott ritorna sempre più intinto di dark, nuovamente scultore di volumi coesi e penetranti. Dopo il sesso o in astinenza da cantiere.
10. D’Angelo and the Vanguard – Black Messiah [RCA]
A 14 anni da “Voodoo” – e il seguente ritiro dalle scene – “Black Messiah” piomba a ciel sereno, con un D’Angelo ancora in grado di incantare con la sua quintessenza soul. “Really Love” è per sempre.
11. Kate Tempest – Everybody Down [Big Dada]
La poetessa incontra Dan Carey per mettere in musica la sua raccolta di storie quotidiane ambientate per le strade di Londra. A spasso per la città.
12. Lana Del Rey – Ultraviolence [Interscope]
Sempre devoti alla plastica del precedente “Born to Die“, ma il narco swing di “Ultraviolence” è irresistibile. Lana Del Rey è irresistibile.”Cruel World“.
13. Dean Blunt – Black Metal [Rough Trade]
Un disco che fa dell’imperfezione il suo fascino incredibile. Di Metal non c’è nulla, se non delle latte dove riporre dei frammenti – o canzoni.
14. Ariel Pink – Pom Pom [4AD]
Impossibile resistere al suo fascino quasi antologico. Ariel Pink riversa tutto il suo estro a piede libero, come giocare a Theme Park. Schizofrenia.
15. Arca – Xen [Mute]
Il biglietto da visita del giovane Arca per tutto il pop a venire. “Xen” è ogni alter ego possibile – renderizzato da Jesse Kanda. Per le avventure online.
16. Run the Jewels – Run the Jewels 2 [Self-Released]
RTJ2 consolida l’alchimia tra El-P – Killer Mike per il disco hip hop dell’anno. Ora aspettiamo i remix con i gattini. Mezzi di trasporto.
17. Wild Beasts – Present Tense [Domino]
Un disco che gode di seconda vita nella dimensione live. L’art pop oggi è urgenza in risposta al presente intenso. Siamo tutti “Daughters“.
18. Owen Pallett – In Conflict [Domino]
Dopo i mondi di finzione, per il polistrumentista e arrangiatore tra i più richiesti sulla scena, è tempo di affrontare il mondo reale: la sfida è vinta.
19. Spoon – They Want My Soul [Loma Vista]
Non c’è bisogno di vendere l’anima per trovare la felicità. Spesso si nasconde tra i solchi di un disco degli Spoon: sempre splendidi. Per le giornate NO.
20. Shabazz Palaces – Lese Majesty [Sub Pop]
Sub Pop sforna i due dischi hip hop più interessanti dell’anno: quello dei clipping. e questo nuovo traballante universo esoterico.