Direttamente dalle pagine di “Sound and Vision” – il mio programma che andava in onda su radiorevolution.it, la radio degli studenti universitari di Parma – ecco i miei dischi preferiti del 2013: tra enfant prodige e instant classics.
![]() | 1. These New Puritans “Field of Reeds”Abbandonate le battaglie di Hidden è tempo di pace per i TNPs: è musica ultraterrena che tocca il fondo del rock – quello buono – come nella migliore tradizione inglese. [Fragment Two, diretto da Daniel Askill] |
![]() | 2. Laura Marling “Once I Was an Eagle”Si consumano hashtag per osannare folker con barba e camicia di flanella e quando la giovane Marling – classe 1990 – ci consegna il suo disco definitivo tutti dormono. [When Brave Bird Saved] |
![]() | 3. Foals “Holy Fire”Al terzo disco i Foals trovano l’equazione per il perfetto equilibrio. Aggiungete una videografia impeccabile – tra Dave Ma, Us e Nabil – perché la musica è bella anche da guardare. [Late Night, diretto da Nabil] |
![]() | 4. King Krule “6 Feet Beneath the Moon”L’enfant prodige al suo debutto: 19 anni e una maturità invidiabile. Cubismo sintetico con attitudine da crooner psychobilly tra sonorità future garage e jazzy cool. [Easy Easy] |
![]() | 5. Peace “In Love”Il disco pop tutto da succhiare. Amanti del britpop di tutte le stagioni – dal ’60 al ’90 – è impossibile non innamorarsi in deluxe edition. [Wraith] |
![]() | 6. Julia Holter “Loud City Songs”Al terzo disco la Holter condensa le sue divagazioni drone in un disco elegante e raffinato, sospeso tra ambient – i lamenti di una città, quale? – e atmosfere jazzy. [This is a True Heart] |
![]() | 7. Arctic Monkeys “AM”Il disco più bello degli Arctic Monkeys, la band di Sheffield ne ha fatta di strada. Classici contemporanei. [Why’d You Only Call Me When You’re High?, diretto da Nabil] |
![]() | 8. Suede “Bloodsports”Con buona pace dei MBV e Bowie è il vero comeback dell’anno: un disco abitato da 10 canzoni che trasudano emozioni da ogni nota. Ematici. [For the Strangers] |
![]() | 9. Tim Hecker “Virgins”Vi ho mai raccontato di quando, dopo anni, sono entrato nel Duomo di Milano con Tim Hecker in cuffia e ho pensato che allora Dio potesse esistere? [Black Refraction] |
![]() | 10. Akkord “Akkord” Colpo grosso per la Houndstooth, in questo “universo dub techno macchiato da ‘errori imprevedibili’ e rumori industriali con rarefatte incursioni jungle.” [Folded Edge] |