20_2017

20 canzoni del 2017


Nel mio 2017 in canzoni c’è meno spazio del solito, ma per tutto il resto c’è sempre la consueta playlist su Spotify, che ad oggi racchiude oltre 200 tracce. Qui ci sono le 20 che ho ascoltato di più quest’anno. Sono canzoni d’amore, di cuori spezzati e di necessità di gioia; di protesta, inni per le minoranze, canzoni passionali e tropicali, belle come le palme in piazza Duomo a Milano. Un piccolo pezzo che, insieme agli imminenti appuntamenti dedicati ai miei dischi e videoclip preferiti dell’anno, prova a racchiudere un po’ di 2017 di musica.

20. Brunori Sas – Diego e Io

Scritta insieme a DiMartinoDiego e Io è una decadente finestra sull’amore tra Diego Rivera e Frida Kahlo. Artista sfiorata anche da DiMartinoFabrizio Cammarata nel loro riuscito omaggio ad un’altra icona come Chavela Vargas, in un lungo viaggio approdato in un album di reinterpretazioni e un libro, Un mondo raro. Pensami.

19. M¥SS KETA – Xananas

La consacrazione definitiva della controversa e compromessa M¥SS KETA grazie al suo EP Carpaccio Ghiacciato uscito per La Tempesta Dischi. Xananas è prodotta Populous, uno degli artisti della scena elettronica italiana più apprezzati oggigiorno, mentre il videoclip è, come di consueto, di Simone Rovellini.

18. Bicep – Glue

Appiccicosa come colla vinilica sulle mani, in memoria degli anni ‘90, come le immagini di Joe Wilson: omaggio all’era dei rave, fatto di luoghi ora desolati, ma che una volta ne erano l’epicentro, accompagnate dai commenti scovati su youtube di chi li rievoca con aneddoti e nostalgia, nell’unico videoclip possibile.

17. Calvin Harris – Slide feat. Frank Ocean e Migos

Sotto la voce hit dell’estate del 2017 non può che risplendere Slide – già la copertina ci fa respirare anche quella del 2018. Ad accoglierci c’è la voce di Frank Ocean, che svuoterebbe il suo conto in banca per regalarci quel ragazzo con la pipa di Picasso. Quelle notti d’estate in cui il silenzio si nutre solo d’amore inestimabile.

16. LCD Soundsystem – How Do You Sleep?

Quasi nove minuti, nove, un monolite, un bagno di panni di James Murphy e il suo rapporto deteriorato con Tim Goldsworthy, fondatore insieme a lui dell’etichetta DFA. L’epicentro sonoro ed emotivo del loro ultimo disco, American Dream, che intorno al quarto minuto, in una scarica di synth, scatena tutta la sua lapidaria energia.

15. Kendrick Lamar – HUMBLE.

Il 2017 è l’anno dell’ennesima consacrazione di Kendrick Lamar, il rapper di Compton ha una completezza artistica invidiabile, dalle liriche alle immagini. HUMBLE è costruita su un efficacissimo e martellante riff di Mike WiLL Made-It e porta con sé uno dei videoclip più belli dell’anno diretto insieme a Dave Meyers.

14. Liberato – TU T’E SCURDAT’ ‘E ME

Dal MI AMI al palco del Club to Club, il mistero intorno alla vera identità di Liberato non è ancora risolto. Uno dei pezzi italiani più belli dell’anno capace di liberarsi verso sonorità R&B dal respiro internazionale con una propensione melodica tutta napoletana, punto di forza insieme ai videoclip firmati da Francesco Lettieri.

13. Sevdaliza – Bebin

Scritta all’indomani del #MuslinBan di Trump, Bebin è la canzone di protesta che non ha trovato spazio nel disco di debutto di Sevdaliza. Peccato, perché sarebbe stato interessante se si fosse impreziosito della lingua farsi sacrificando l’imperante anglofonia. Insieme a Bluecid, contenuta in ISON, uno dei miei pezzi preferiti.

12. SZA – Drew Barrymore

Una delle sorprese dell’anno, almeno oltreoceano, qui con uno splendido singolo su come affogare le proprie insicurezze in una lunga sessione di bingewatching, dell’amicizia e degli amori, anche in un bellissimo videoclip (dove spunta proprio Drew Barrymore) diretto da uno dei registi di videoclip dell’anno, Dave Meyers.

11. Selena Gomez – Bad Liar

Selena Gomez in Bad Liar ci campiona la linea di basso di Psycho Killer dei Talking Heads e ci costruisce un singolo semplicemente irresistibile, corredato da un buon videoclip diretto da Jesse Peretz in cui la cantante si diverte ad interpretare personaggi differenti. Anche David Byrne ha apprezzato, in un tweet.

10. Protomartyr – Half Sister

Qualcuno ha coronato Relatives in Descent come il disco rock – diciamo post punk – più bello dell’anno ed io non posso che annuire. Half Sister ruba la scena, quell’incedere dai toni epici e crepuscolari e una seconda parte, fatta di abrasioni verticali e tensioni orizzontali, che s’incolla alle orecchie e non ti lascia più. She is trying to reach you.

9. Drake – Passionfruit

Un disco playlist rilasciato a marzo e poi il vuoto, giusto per mostrare a tutti i producer e le sonorità che ha scovato in giro per il mondo. Passionfruit, prodotta dal londinese Nana Rogues, è il classico singolo tropicale e passionale di Drake che da qualche anno a questa parte ci spezza il cuore. Irresistibile e deep, come Get It Together.

8. Dirty Projectors – Cool Your Heart

Scritto insieme a Solange e in feat. con D∆WN, strizza l’occhio a sonorità afrotropicali in un pezzo dalla volontà pop ma spinto da un beat a fiato corto, come il semplice videoclip di loop diretto da That Go. Impreziosito da un EP di remix, dove citiamo per questioni di cuore quello rilassato e dancehall degli Equiknoxx.

7. Rkomi – Apnea

Dopo un EP come “Daisen Sollen” rilasciato l’anno scorso, il debutto sulla lunga distanza di Rkomi ha in parte deluso le mie aspettative, ma è abitato da ottimi momenti come il primo singolo Apnea: una bellissima produzione, tra corde e fiati, di Carl Brave che agita il flow viscerale del rapper di Calvairate.

6. Vince Staples – BagBak

Prodotta insieme al producer Ray BradyBagbak è ancora fresca, gustoso antipasto di un disco che si smarca dalle sonorità abusate quest’anno nel (t)rap game (le grandi hit Masks Off, rockstarXO TOUR Llif3 che ho comunque amato), sfiorando la dimensione club banger con una produzione tagliente, proprio come le sue liriche.

5. Ibeyi – Deathless (feat. Kamasi Washington)

Se con il primo disco abbiamo familiarizzato con le loro origini e la tradizione Yorùbá, qui le gemelle franco-cubane mantengono viva la forte identità del loro ibrido R&B, ma allargandone lo spettro di sonorità e tematiche, come in questo potente inno per le minoranze, impreziosito dal sax di Kamasi Washington e da un videoclip di Ed Morris.

4. Perfume Genius – Die 4 You

Epicentro emozionale del suo ultimo disco, Die 4 You è una soffice e sensuale canzone R&B tra l’amore e l’asfissia erotica, impreziosita dalla sua performance nel videoclip diretto da Floria Sigismondi in un impeccabile lavoro di luci ed ombre, di amore e di corpi da esso divorati – le sculture dell’artista Rosa Verloop.

3. Lorde – Green Light

Green Light è un cuore spezzato che si traduce in una profonda necessità di gioia, è senza alcun dubbio il più grande singolo pop internazionale dell’anno – estratto dal disco più sopravvalutato dell’anno; è la felicità che solo la musica sa dare, sapientemente raccontata per immagini nel videoclip diretto da Grant Singer.

 2. Ghali – Happy Days

Mentre molti si attardano a cercare talenti in Italia, Ghali fa i grandi numeri. Da un humus di abusato calderone trap a canzoni dal più ampio respiro pop. Un disco che tradisce le aspettative, ma è in grado di piazzare, all’occorrenza, oltre a Happy Days, anche un altro grande singolo come Habibi – entrambi prodotti da Charlie Charles.

1. Hurray For The Riff Raff – Pa’lante

Pa’lante deve il suo titolo a un giornale dei socialisti portoricani degli anni ’60 e prende in prestito anche un testo del poeta Pedro Pietri, per una splendida ballata guidata dal piano dedicata alle minoranze e ai marginalizzati; vero e proprio inno, emozionale ed evocativo, all’intersezionalità delle lotte di questo 2017.